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La guerra di Spagna si è svolta dal 1936 al 1939. La causa è stata la caduta della monarchia a cui segue il 14 aprile 1931 l'instaurazione della Repubblica Democratica dei Lavoratori.
Fin dai primi giorni il governo del massone Manuel Azaña, permette manifestazioni anticlericali, cioè contro la Chiesa Cattolica, causa della distruzione di un gran numero di chiese in tutta la Spagna.
Nel corso di cinque anni:
1) vengono soppressi i gesuiti,
2) le scuole cattoliche sono trasformate in cooperative,
3) sono vietate le manifestazioni religiose pubbliche (ad esempio le processioni),
4) viene approvata la legge che permette il divorzio,
5) lo Stato ruba i beni alla Chiesa "concedendoli" in uso alla stessa,
6) sono pensionati anticipatamente molti ufficiali reduci dalle guerre coloniali,
7) viene cambiata la bandiera e l'inno nazionale.
Per questi provvedimenti cresce il malcontento di strati sempre più vasti della popolazione.
Si assiste a un'accelerazione del processo rivoluzionario: la sanguinosa rivolta delle Asturie nel 1934, guidata dalle "milizie rosse", costituisce un esempio reale di gestione comunista del potere; gli assalti alle chiese e ai conventi, che in soli sei mesi (dal febbraio al luglio del 1936) sono ben 160; 269 assassinii, 1287 aggressioni politiche, 69 sedi di partiti distrutte, 10 sedi di giornali devastate, 113 scioperi generali e 228 parziali, sono il bilancio dell'ordine pubblico in questi anni.
In tale drammatica situazione i movimenti d'opposizione, quali i monarchici carlisti e la Falange Spagnola, con una parte dell'esercito iniziano a organizzarsi per ristabilire l'ordine; gli uni tramando un'insurrezione, gli altri un pronunciamiento, pratica che consiste nella proclamazione pubblica, da parte dei militari, dell'assunzione dei pieni poteri anche civili.
L'ALZAMIENTO (ALZARSI IN PIEDI)
I disordini nelle strade culminano, il 13 luglio 1936, nell'assassinio da parte dei comunisti del capo dell'opposizione parlamentare, il monarchico José Calvo Sotelo. Tale delitto costituisce la causa simbolica della ribellione.
Il 17 luglio 1936 si ribellano i soldati nei territori spagnoli d'Africa e delle Isole Canarie mentre il giorno successivo insorgono quelli nella Spagna continentale e, con l'aiuto delle formazioni carliste e falangiste che prima della mobilitazione generale costituiscono il 30% della forza insurrezionale, prendono il controllo di buona parte della Spagna. Il centro e la costa mediterranea restano in mano repubblicana. La Spagna è così divisa in due zone: quella "rossa" di sinistra e quella "nazionale" controrivoluzionaria. È uno scontro fra due visioni del mondo: quella materialista, atea e rivoluzionaria da una parte e quella cattolica, tradizionale e patriottica dall'altra.
La guerra civile va oltre uno scontro fra spagnoli quando, nell'agosto del 1936, si aggiungono volontari antifascisti provenienti da tutto il mondo supportati con soldati e armamenti dall'Unione Sovietica. Anche intellettuali comunisti italiani partecipano come i Pietro Nenni e Palmiro Togliatti.
La Francia e l'Inghilterra pur dichiarando ufficialmente la propria neutralità, aiutano con denaro e con mezzi il governo repubblicano. Il Messico, che dieci anni prima aveva combattuto i cristeros, si schiera apertamente con la Repubblica e sarà l'unico Stato a riconoscere fino al 1975 il Governo repubblicano in esilio.
Ma ci sono anche volontari che raggiungono la Spagna per combattere contro i "rossi" entrando a far parte delle file "nazionali". Il Regno d'Italia invia il Corpo Truppe Volontarie che, affiancando le forze armate "nazionali", dà un grande apporto militare nella fase centrale della guerra. Hitler manda la Legione Condor per sperimentare l'impiego di nuove tattiche e di nuovi armamenti.
LA CRUZADA (LA CROCIATA)
La Santa Sede sospende in un primo tempo il giudizio sulla rivolta, poi, quando iniziano a giungere notizie dei massacri compiuti dai rossi in odium fidei (in odio della fede) e dopo che la Lettera collettiva dei Vescovi spagnoli, del 1° luglio 1937, fa chiarezza su quanto è accaduto e sta accadendo, prende nettamente posizione e afferma risolutamente il diritto-dovere alla rivolta anche militare contro il governo che perseguita i cristiani.
La guerra di Spagna infatti è caratterizzata dalle atrocità dei miliziani rossi, che massacrano oppositori o presunti tali con ferocia inaudita. La morte di 6.832 sacerdoti e religiosi (tra cui 12 vescovi) nel corso della guerra, dà la misura di quanto l'attacco al cattolicesimo e l'odio nei confronti dei cattolici sia parte integrante della linea politico-ideologica del governo repubblicano.
Da questa situazione nasce, da parte dei vescovi spagnoli, la definizione della guerra come Cruzada, ovvero "crociata", in quanto guerra condotta in difesa della fede e caratterizzata da innumerevoli episodi di martirio da parte dei cattolici.
I combattenti nazionali danno prova della loro religiosità attraverso segni come gli scapolari con la scritta "Fermati pallottola, il Cuore di Gesù è con me". Quando venivano catturati dai nemici e torturati prima di morire gridavano "Viva Cristo Re" come facevano dieci anni prima i cristeros in Messico.
Nel 1937 Papa Pio XI, nell'enciclica Divini Redemptoris contro il comunismo ateo, dedica ampio spazio alla guerra di Spagna sottolineando il carattere nettamente anticattolico della Repubblica. Nel 1987 Papa Giovanni Paolo II proclamerà alcuni santi martiri spagnoli che saranno i primi di una lunga serie proseguita con i papi successivi.
L'ASSEDIO DELL'ALCÁZAR DI TOLEDO
Un episodio simbolico della Guerra di Spagna è l'assedio dell'Alcázar di Toledo, l'accademia militare comandata dal colonnello José Moscardó che rifiuta d'arrendersi e resiste persino quando minacciano di uccidere suo figlio (che quindi sarà ucciso dai comunisti). Circondati da forze repubblicane superiori, privi di cibo, di luce e di aiuti, 147 soldati, 903 civili combattenti e Guardie Civili, 538 fra donne e bambini, resistono per 70 giorni all'assedio fino alla liberazione, avvenuta il 28 settembre 1936, grazie all'arrivo delle truppe del Generalissimo Franco.
FRANCISCO FRANCO, IL CAUDILLO (LA GUIDA)
Il 28 marzo 1939 l'esercito "nazionale" conquista Madrid e pone vittoriosamente fine alla Cruzada. Francisco Franco, il principale generale della rivolta, viene ufficialmente proclamato capo dello Stato e assume i pieni poteri e il titolo di Caudillo, cioè di "Guida". Tuttavia Franco ha sempre sostenuto di essere "provvisoriamente" al comando della Spagna e che alla sua morte non avrebbe avuto come successore un suo parente, ma sarebbe tornata la monarchia al potere in Spagna.
Franco ha permesso alla Spagna di rimanere neutrale durante la Seconda Guerra Mondiale garantendo un periodo di pacificazione delle due fazioni che si erano combattute e soprattutto ha fatto approvare leggi secondo la morale cristiana. Purtroppo il re, tornato al potere alla morte di Franco, ha concesso quasi subito parte della sovranità al parlamento.
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