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Nell'infierire della Guerra dei Cento Anni, quando le sorti della Francia sono ormai praticamente segnate dalla lenta ma costante penetrazione inglese, ecco che una sconosciuta ragazza diciassettenne della Lorena si presenta alla Corte del Delfino di Francia, Carlo di Valois, assicurando che ella ha ricevuto da Dio il compito di salvare il suo Paese e di farlo incoronare Re.
Era il 1412 quando la piccola Giovanna nasce a Domrémy, un piccolo villaggio della campagna francese. Dalla madre riceve le prime nozioni di catechismo.. La sua vita trascorre come quella di tutte le altre fanciulle del villaggio fino all'età di tredici anni, quando un misterioso cambiamento si opera in lei.
È il 1425, la Guerra dei Cento Anni, iniziata nel 1326, entrava nella sua ultima fase. Gli Inglesi, appoggiati dal Duca di Borgogna Filippo il Buono, erano ormai padroni di quasi tutta la Francia. Carlo VI, il re divenuto folle, muore nel 1422 ; il figlio, Carlo VII, pretendente al Trono di Francia, non controlla che le regioni a sud della Loira. Il Paese è ormai logorato da anni di guerre, di furti, di miserie. La popolazione è stremata e gli inglesi ne approfittano per porre sotto assedio Orléans, la porta per oltrepassare la Loira e conquistare anche il sud della Francia.
La piccola Giovanna ode delle voci che la chiamano: sono le voci di san Michele Arcangelo, di santa Margherita e di santa Caterina che le ripetono continuamente che Dio le chiede di salvare il Regno di Francia, liberare Orléans assediata e riconsegnare la corona allo sfortunato pretendente Carlo VII.
Giovanna non parla a nessuno di quanto succede in lei e cerca anche di schermirsi davanti all'insistenza delle voci, additando la sua miseria e la sua incapacità a portare a termine una tale missione. Ma esse continuano ripetutamente per tre anni.
UN RAGGIO DI SPERANZA
Piegandosi allora alla volontà di Dio e certa che con il Suo aiuto ella porterà a termine la missione affidatale, senza avvisare neanche i genitori, Giovanna lascia il suo villaggio per recarsi a Chinon dove il Delfino e la sua corte avevano trovato rifugio.
Sicura delle indicazioni ricevute da san Michele, non teme un rifiuto di Carlo il quale, con grande meraviglia di tutta la corte, riceve l'umile contadina che si dice portatrice di un messaggio celeste: «Gentile Delfino, mi chiamo Giovanna la Pulzella, e il Re dei cieli attraverso me le fa dire che Ella sarà incoronato nella città di Reims e sarà luogotenente del Re dei cieli che è vero Re di Francia».
Finalmente un raggio di speranza in un'atmosfera ormai rassegnata dove regnava la certezza della sconfitta. Pieni di entusiasmo, i volontari arrivavano da tutte le parti. Giovanna, indossata un'armatura da vero condottiero e stringendo forte il suo nuovo stendardo con l'effigie del Creatore, parte con un piccolo esercito alla volta di Orléans.
La città era assediata dal 12 ottobre 1428. Gli abitanti erano allo stremo essendo ormai scarsi i viveri. Il 29 aprile, Giovanna, con un gruppo di soldati, penetra nella città attraverso la porta di Borgogna. L'accoglienza è trionfale: tutti parlano dei miracoli avvenuti durante il percorso e dei venti che, in seguito alle preghiere della Pulzella, cambiano direzione per facilitare l'approvvigionamento della città.
Il 6 maggio di buon mattino, dopo aver ascoltato la Santa Messa, Giovanna sferra il primo attacco. Tre giorni saranno necessari ad obbligare gli inglesi alla ritirata: la sera dell'8 una solenne processione con in testa la Pulzella, entra nella cattedrale di Orléans per rendere grazie dell'avvenuta liberazione.
Raggiunto il Delfino nel castello di Loches, Giovanna e il suo esercito partono per Reims. Lungo la strada riesce a liberare varie cittadine dall'occupazione inglese ma mai, ci dice lo storico Georges Bordonove, Giovanna si vantava delle sue vittorie. Giovanna e il Delfino giungono finalmente a Reims la sera del 16 giugno 1429 quando tutto è già pronto per la cerimonia dell'indomani. Per lei è il suo giorno di gloria. In piedi con in mano lo stendardo, assiste immobile accanto a Carlo per tutto il tempo dell'incoronazione che dura «dall'ora terza fino ai vespri».
Subito dopo la consacrazione, Giovanna si inginocchia davanti al suo Re e baciandogli i piedi gli si rivolge piangendo: «Gentile Re, adesso è compiuto il desiderio di Dio che voleva che io togliessi l'assedio a Orléans e che vi portassi in questa città di Reims per ricevervi la vostra vera e santa incoronazione, dimostrando che siete vero re e colui al quale il regno deve appartenere».
LA CATTURA E IL PROCESSO
Dopo Reims, bisognava adesso dirigersi verso Parigi per liberarla. Ma Carlo VII, ormai Re, è convinto di poter fare a meno dei consigli della Pulzella e ordina l'arresto delle truppe. Nel frattempo il Duca di Borgogna attacca la cittadina di Compiègne la quale, assediata, chiama in aiuto la Pulzella. Giovanna corre in suo soccorso ma lì, sotto le mura, viene catturata il 23 maggio 1430.
Tra le accuse, bisognava innanzi tutto provare che il Re di Francia era stato incoronato per gli artefìci di una strega, o comunque di un'eretica. Si rendeva dunque necessario ottenere delle "buone e convincenti" confessioni da parte di Giovanna che dichiarasse ufficialmente non essere un'inviata del Signore ma una creatura demoniaca; che le sue vittorie erano frutto di malefici; che le "voci" non erano mai esistite... allora sarebbe stato evidente per tutti che Carlo VII non aveva ricevuto la corona da Dio ma dal demonio e nessuno lo avrebbe più riconosciuto come Re.
Tutto era stato previsto fuorché la resistenza di Giovanna: a tutte le domande più insidiose, agli estenuanti interrogatori, ella rispondeva sempre con calma, senza mai perdere il controllo della situazione. Più che difendersi, attaccava i suoi accusatori. Viene allora minacciata di tortura. Ma anche lì lei non cede. Il processo si trascina fino ad arrivare al mese di marzo: i giudici non riescono a trovare prove che la renderebbero rea di eresia.
L'ingiusta condanna segue il suo corso. Giovanna viene condotta al supplizio. Chiede di poter ricevere l'Eucarestia e ciò le viene concesso dallo stesso Cauchon. Legata sul rogo, implora frà Isambart de La Pierre, di portarle un crocefisso e di tenerlo dritto davanti ai suoi occhi affinché non lo perdesse mai di vista.
«Bruciando tra le fiamme - ci racconta questo testimone - non cessò un attimo di chiamare e confessare ad alta voce il santo nome di Gesù». Il boia inglese attestò che il cuore di Giovanna rimase intatto sulle ceneri ma, su richiesta del conte di Warwich, venne buttato nella Senna per evitare che se ne facessero delle reliquie. Il suo sacrificio non fu inutile, anzi esaltò il coraggio dell'esercito francese e di Carlo VII. Qualche anno dopo la Normandia venne conquistata e Parigi liberata.
Patrona di Francia e di tutti i soldati, quest'umile fanciulla piena di fede e di abbandono alla Divina Provvidenza, cambierà le sorti della Francia e dell'Europa intera mostrando come, corrispondendo alla Grazia, anche le imprese più straordinarie, le missioni più inverosimili si possono realizzare.
Fonte: Radici Cristiane, novembre 2005 (n.9)
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